zone franche urbane, conto alla rovescia

18 luglio 2008

Entro lunedì prossimo 21 luglio 2008, i Comuni dovranno presentare alle Regioni le proposte di individuazione e delimitazione delle Zone Franche Urbane sul proprio territorio.

Secondo le notizie diffuse a mezzo stampa e on line, particolarmente attive in queste ore e nelle ultime settimane sono le amministrazioni di Lamezia Terme e Crotone in Calabria, Taranto e Lecce in Puglia, Napoli, Salerno e Caserta in Campania, Messina in Sicilia, Matera in Basilicata, Termoli e Campobasso in Molise, Viterbo nel Lazio.

Si attendono comunicati da Reggio Calabria, Palermo e Catania, per citare alcune tra le principali aree urbane, e da altre città e località del sud che nei mesi scorsi sono state coinvolte, coi loro rappresentanti istituzionali e del mondo economico e associativo, nel dibattito sulle zone franche urbane, qualche volta al centro di proposte, in verità, non in linea col dettato normativo e con lo spirito del dispositivo, qualche altra ovviamente no.

Nulla di ufficiale, fatta eccezione per Napoli, è dato sapere su eventuali proposte riguardanti le altre principali aree metropolitane del Paese, che pure, in teoria, sarebbero le principali, anche se non le uniche, e più credibili destinatarie di questa particolare soluzione di politica urbana e di fiscalità di vantaggio.  

Degno di nota lo sforzo compiuto da alcune Regioni, tra le quali la Toscana, una delle poche del centro-nord che ipotizzano l’individuazione di Zone Franche Urbane sul proprio territorio, che tramite il sito del Mise-Dps e organi di stampa hanno reso noti i tempi, chiarito le modalità di presentazione delle proposte da parte dei Comuni e indicato soggetti, settori e uffici interessati.

Sebbene il sito del Mise-Dps, opportunamente, fornisca ogni indicazione necessaria alla redazione delle proposte progettuali da parte dei Comuni, l’auspicio è che questi, nonostante i tempi ristretti, non si limitino al minimo richiesto ma elaborino una proposta organica che si arricchisca, come peraltro suggerito in delibera Cipe e nella recente circolare dello stesso Dipartimento, di elementi e ulteriori indicatori di disagio socio-economico così come di spunti e propositi per l’attuazione di politiche e iniziative in materia urbanistica e sociale in favore dei quartieri svantaggiati, evidentemente bisognosi di interventi di ampio e articolato respiro che comprendano la fiscalità di vantaggio, ma non si esauriscano in essa.

In questo blog il tema è stato affrontato o ripreso da altre fonti nei post della categoria Zone Franche Urbane.

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