Emerge, giorno dopo giorno, la difficoltà dei cittadini-impresa e dei Comuni, primi interlocutori del privato, a risolvere alcuni problemi e dubbi sull’individuazione delle aree, sulla loro perimetrazione, sulla localizzazione delle sedi e sulle sezioni censuarie.
Problemi e dubbi sorti evidentemente solo oggi, in qualche caso ampiamente fuori tempo massimo, in fase ormai attuativa e di accesso alle agevolazioni in Zona Franca Urbana.
Non può infatti sfuggire nè sottovalutarsi l’importanza che sia certo, inequivocabile e quanto più possibile ufficiale, già al momento della richiesta e prima ancora in corso di valutazione, l’inclusione in ZFU dell’impresa istante.
Non nascondo e, anzi, ammetto da subito una certa mia (consapevole) “faciloneria”.
Parto da alcuni presupposti di fatto e procedurali, logici e cronologici:
1) è certo e assodato che le ZFU Convergenza (eccezion fatta per quelle istituite in corso d’opera in Sicilia), oggetto di rifinanziamento e ora di attuazione, sono state (o dovrebbero essere state) già nel 2008 individuate e delimitate dai Comuni non per planimetria, non per vie, non per nomi di frazioni e località, ma innanzitutto per sezioni censuarie 2001, come imponevano il Mise-Dps e il Cipe;
2) secondo quanto previsto dalle norme istitutive, attuative e interpretative dell’epoca, le ZFU sono state proposte e perimetrate, con tanto di elenchi di sezioni censuarie 2001 allegate, con delibere comunali dell’estate 2008; valutate, ammesse e “priorizzate” dalle Regioni subito dopo; così inviate al Mise e oggetto di relazione al Cipe nell’autunno successivo; approvate appunto dal Cipe nel 2009; oggi (2013-2014), infine, così trasmesse nuovamente al Mise per la gestione della sospirata fase attuativa;
3) i Comuni sono (anche) depositari dei dati catastali, toponomastici, anagrafici, demografici e censuari di ogni epoca o almeno delle più recenti.
Detto questo, e proprio in questo, è agevole a mio avviso trovare la risposta, quantomeno nei casi meno estremi.
Sorvolo sulle ipotesi, talvolta eccepite oggi con sorpresa, di “esclusione” di ZFU in realtà mai proposte dai Comuni o escluse dalle Regioni addirittura 6 anni orsono o ancora di “esclusione” di aree urbane ufficialmente mai incluse, sin dall’inizio, nelle proposte comunali: il 2008 è ormai lontano e ci sarà sempre qualcuno “un metro fuori”, anche se nelle stesse condizioni di chi è “un metro dentro”, “ingiustamente” escluso da misure agevolative territorialmente mirate.
Si pone più concretamente, per esempio, il problema di perimetrazioni oggi (2014) ufficializzate dal Ministero, ma differenti rispetto a quelle proposte e pubblicizzate dai Comuni (2008) e note alla cittadinanza, per esempio perchè “mancano” una o più sezioni censuarie.
Ipotesi: si sono “persi” dati nei vari passaggi dal 2008 al 2014 oppure le perimetrazioni proposte dai Comuni nel 2008, per qualche motivo, non sono state esattamente e in toto approvate dalle Regioni, che le hanno trasmesse così (eventualmente) modificate al Mise e quindi al Cipe? O, ancora, quella sezione censuaria manca in realtà sin dall’inizio in allegato alla delibera comunale, primo e unico provvedimento ufficiale di riferimento?
In tutti i casi, non pare impossibile che, da parte di chi ne ha interesse e gode dei necessari canali istituzionali informativi, si facciano le opportune verifiche per correre ai ripari, sempre se ancora consentito a distanza di tanto tempo da provvedimenti (comunque all’epoca pubblici) che oggi, trascorsi ormai 6 anni e “scoperto” il problema, sono probabilmente immodificabili e inoppugnabili.
Altre questioni spesso dibattute sono quelle che vertono sulle aree urbane di confine o sulle vie che attraversano più sezioni censuarie e/o che sono in parte fuori ZFU, sugli indirizzi “s.n.c.” o sugli itinerari di sezione Istat che non indicano i numeri civici o ancora sulle variazioni intervenute negli anni nella toponomastica o nelle sezioni censuarie (frazionamenti, fusioni, soppressioni e cambi di numero rispetto al 2001).
Comprensibile è l’incertezza che tali problemi ingenerano nell’imprenditore che intende chiedere l’accesso alle agevolazioni.
Ma non pare impossibile, nemmeno in questi casi, procedere ad un incrocio di dati e attestare (o meno), da parte di chi ne ha il ruolo istituzionale e gli strumenti tecnici, che la via X civico Y (eventualmente già via Z nel 2008 o prima), oggi ricadente in sezione censuaria 2011 n. A (eventualmente nel 2001 diversamente identificata come sezione censuaria n. B, cioè quella che appare in elenco allegato alla delibera comunale del 2008 come oggi reso pubblico e ufficiale dal Mise), rientra per tale ultima ragione nella ZFU.
La quale, peraltro, è anche e pur sempre in definitiva una realtà fisica.
Troppo facile?
(info e contatti: posta@studiolegaleiemma.it )
(partecipazione e aggiornamento: Zone Franche Urbane su Facebook)